Approfondiamo la COSTITUZIONE

Perché cambiare l’Art. 138? Parliamone

Di recente un nostro concittadino di Marino, Adriano Celma, si è offerto di scrivere degli articoli sulla nostra Costituzione, oggetto in questo periodo di diversi tentativi di modifica.
La nostra Testata ha sempre ritenuto fondamentale la conoscenza di questo Carta su cui si fonda da oltre sessant’anni il nostro convivere pacificamente come italiani in una repubblica. Inoltre, la linea editoriale di Noi Cambiamo è sempre stata critica con quei cambiamenti che riducessero il valore di carta “scritta dal popolo” a carta “scritta da alcuni eletti o designati”, che si sentono un pò più “popolo” di altri. E’ quindi con piacere che avviamo questi approfondimenti e ringraziamo Adriano Celma e quanti volessero unirsi con ulteriori testi scritti su questo tema all’approfondimento.

Il Direttore di Noi Cambiamo
Marco Carbonelli

Approfondiamo la Costituzione

di Adriano Celma

Ogni Società Democratica si può definire tale se possiede una Norma fondamentale di riferimento a cui vincolare l’intero assetto Giuridico del Paese. Da tale Norma nessun Potere Legislativo, nessuna Istituzione e nessun privato Cittadino può in alcun modo derogare. Nel nostro Paese questa Norma è la CARTA COSTITUZIONALE – LA COSTITUZIONE.

La nostra COSTITUZIONE non è solo un insieme di norme e principi, ma rappresenta l’Atto Costitutivo della REPUBLICA ITALIANA ed ha le seguenti caratteristiche:

  • di essere votata e non concessa da Qualcuno,
  • di essere lunga, non in quanto composta da 139 articoli, ma quale contenitore di molte Norme e ampi Principi caratteristica di sistemi Giuridici aperti;
  • di essere rigida perché per la Sua modifica si deve adottare un Procedimento particolare detto AGGRAVATO contenuto e in specificato nell’art. 138. La rigidità della Carta Costituzionale non stabilisce che non si possa intervenire per Modificarla, ma alla Sua modifica deve essere sostenuta da un qualificata partecipazione di tutti i Parlamentari nel caso non si raggiunga il QUORUM indispensabile per le modifiche d’approvare si chiamano i Cittadini ad esprimersi attraverso un REFERENDUM confermativo.

E’ importante ricordare che la Carta Costituzionale attraverso un sistema di equilibri riesce a far convivere in modo autonomo i diversi Poteri delle Istituzioni Repubblicane rendendo possibile il dialogo Istituzionale, il venir meno di questi equilibri comporta la fine del sistema Democratico. Nella Costituzione l’art. 138 è un punto di riferimento fisso, un po’ come la stella polare per gli antichi Marinai, ed è il baluardo di difesa della Nostra CARTA.
In questi giorni nel Parlamento Italiano sono in discussione alcune modifiche d’apportare alla Costituzione, senza entrare nel merito delle modifiche, non si riesce a capire come mai e perché si vuol modificare l’art. 138.

Qualcuno dice per rendere agevole il Procedimento di revisione Costituzionale, ma agevole per chi?
Forse per la maggioranza Parlamentare di turno, ma allora dove finisce l’imparzialità della nostra CARTA?

E’ bene sapere che il Parlamento è il luogo dove si ricerca la sintesi dei diversi pensieri ed ogni volta che dai lavori Parlamentari viene emanata una Legge questa è sempre frutto di una comparazione tra le diverse Opinioni, se in merito alle proposte di modifica costituzionali questa sintesi non viene trovata non si può pensare che dipenda da quanto prescritto nell’art. 138. Con la modifica di tale articolo di fatto si esclude dalla discussione una parte di Parlamentari e di Cittadini.

Il progetto di modifica dell’art. 138 è ancora più grave se pensiamo che il nostro Paese è considerato la culla del Diritto, questa modifica corrisponde a minare le basi della DEMOCRAZIA, ben sapendo che il sistema Democratico deve essere difeso giorno per giorno con l’intervento da parte di Tutti. Noi anche nel nostro piccolo abbiamo il dovere di far sentire alta la nostra voce in ogni settore in difesa delle fondamentali caratteristiche Costituzionali difendendo in tal modo il giusto equilibrio nel rapporto tra Cittadino e Poteri dello Stato senza lasciarlo alla volontà, spesso faziosa, di una Maggioranza di turno.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*