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Referendum a Marino, il NO al 65,5%: i commenti e i silenzi delle forze politiche

Con una partecipazione al voto di oltre il 70% degli aventi diritto, anche Marino ha fatto la sua parte nella vittoria schiacciante del NO alla riforma elettorale voluta da Renzi e dal suo governo delle larghe intese.

Il dettaglio a Marino su 31 seggi è il seguente: SI al 34,52%, NO al 65,48%.

Hanno commentato immediatamente la vittoria del NO la lista del Decentramento di Cecchi e il PCI a guida Aversa. Cecchi ha dichiarato in una nota, congiuntamente al cons. Lapunzina, “siamo felici che gli elettori marinesi, così come quelli di gran parte dell’Italia, abbiano agito in nome della saggezza comprendendo la necessità di essere parte attiva e decisiva in un passaggio che aveva i toni di un vero cambiamento della forma di governo “. Per il PCI del segretario Aversa, che va ben ricordato nel 2014 aveva tentato di cavalcare a Marino la candidatura di Ciamberlano del PD dopo il successo di Renzi alle Europee, ora si  dichiara “la nostra energia è stata spesa anche verso quegli elettori democratici ed antifascisti, che seppure fin qui non ci hanno votato o sostenuto, sono il nostro riferimento per promuovere una società più giusta. Quindi non solo siamo opposti alla destra “tradizionale”, ma anche alla destra camuffata alla Renzi, e alla destra qualunquista alla Grillo.”

Ma al di la delle analisi e dichiarazioni dei politici locali, tutti sanno che il NO, anche a Marino, è stato stavolta sostenuto da un fronte politicamente variegato con componenti di natura profondamente diversa che, in ogni modo, si sono riconosciute nella difesa della costituzione così come voluta dai padri costituenti dopo la seconda guerra mondiale.

In silenzio, dopo l’esito del voto referendario, il M5S di Marino che molto si è speso sul territorio in preparazione del Referendum: l’impegno di Colizza e della sua Giunta si riconcentra sui problemi di ogni giorno a Marino, problemi che, uno ad uno, cominciano a venire affrontati e risolti con modalità totalmente nuove rispetto alla gestione clientelare e devastante per il territorio del passato decennio.

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