
Il Divino Amore è salvo dalla cementificazione, da nuovi altri 15.000 abitanti di ‘Marino 2’ e dal 15 di gennaio 2025 – dopo due sentenze definitive, la n.274 e la n. 275, del Consiglio di Stato a conferma dei pronunciamenti precedenti del TAR Lazio – sappiamo anche che nessuna richiesta di risarcimento danni voluta a gran voce dai costruttori sarà elargita dal Comune di Marino e dalle altre Istituzioni interessate al giudizio.
Saranno rattristati alcuni pensatori-politicanti locali, alcuni costruttori e anche qualche utente fasullo dei social, ma questa è la realtà di cui farsi, per fortuna, una ragione sociale, ambientale e anche politica.
Che nell’area del Divino Amore di Marino non si sarebbe costruito più lo si era ben capito in prima istanza dalle decisioni politiche a Marino, nella coraggiosa maggioranza del M5S grazie alla Giunta dell’allora Sindaco Colizza, all’Assessore all’Urbanistica Trinca e ai Consiglieri comunali M5S che presenti in consiglio comunale votarono nel 2016 le nuove linee di indirizzo contrarie alla cementificazione dell’area, e ancora più coraggiosamente alzarono la mano il 28 febbraio 2018 per sospendere l’efficacia del protocollo d’intesa cementificatore del 2011 firmato prima da Palozzi e dalla Polverini, e poi ratificato sempre nel 2011, da tutta la maggioranza di Centro destra in cui aveva ruolo primario anche l’attuale Sindaco Cecchi, strenuo difensore della cementificazione fino al 2020.
Altro ruolo fondamentale e indispensabile allo stop alla cementificazione lo ha avuto la Regione Lazio che, dopo lo scandalo Parnasi e gli arresti domiciliari nel 2018 anche per l’ex sindaco di Marino Palozzi , cambiando finalmente posizione, ha approvato con la maggioranza di centro sinistra, ma su spinta decisiva dell’allora Consigliere Regionale M5S Cacciatore, l’allargamento del Parco dell’Appia Antica, atto che era fermo colpevolmente nel cassetto da oltre 10 anni.
Infine, a livello politico, l’ultimo atto di rilevanza stavolta nazionale lo ha siglato il Ministero dei Beni Culturali, allora MIBACT, che ha esteso all’area del Divino Amore, ed ad altre rilevanti aree dei Castelli, un vincolo ministeriale storico, culturale e paesaggistico, blindando di fatto in quel momento l’area.
I lettori di Noi Cambiamo sanno bene quanto questa testata e tutta l’Associazione Per il Cambiamento-le Formiche si siano impegnati in questa battaglia, con atti pubblici in Consiglio Comunale,
Video del 3 agosto 2011, votazione in Consiglio Comunale a Marino per l’avvio della cementificazione.
manifestazioni eclatanti, raccolte fondi e ricorsi al TAR all’interno del raggruppamento Argine Divino Amore ADA che, alla fine di giugno 2011 come si vede bene nel video di allora, era nato proprio a Frattocchie, in una partecipata riunione di cittadini preoccupati dalla speculazione gigantesca in arrivo.
Quei cittadini sono diventati oltre un centinaio e dal 2011 in avanti fino al 2016 e alla vittoria del M5S alle amministrative, sono stati un reale baluardo contro la cementificazione del Divino Amore, con ricorsi al TAR a raffica e circa 20.000 euro raccolti attraverso donazioni per pagare eventi, avvocati e registrazioni di ricorsi al TAR.
Il TAR, in tutta questa storia, è stato pressocché silente fino al 2020, cioè fino a quando il problema non è stato risolto dalla politica.
Da quel momento, dopo quasi 10 anni di sostanziale attesa, e dopo che anche la Corte Costituzionale aveva detto la sua in difesa degli atti politici che hanno salvato l’area alla cementificazione, il TAR ha cominciato via via a prendere posizione fino agli ultimi quattro mesi del 2024 in cui, con ben cinque rigetti dei ricorsi dei costruttori, ha riconosciuto l’assenza delle condizioni per i risarcimenti milionari richiesti dalle società del settore edile che avevano investito nel progetto. Infine, avendo i costruttori ricorso in secondo grado al Consiglio di Stato, anche il massimo ordine giudicante in ambito amministrativo non ha dato loro ragione, di fatto riconoscendo la sostanziale correttezza amministrativa delle scelte istituzionali fatte dal 2016 in avanti.
Le ragioni che hanno portato il Consiglio di Stato a confermare le posizioni del TAR e alla bocciatura dei risarcimenti del progetto ‘Marino 2’ sono molteplici. Tra questi spicca ovviamente l’enorme l’impatto ambientale e paesaggistico, registrato solo dal 2016 dalla politica, che questa realizzazione di palazzine e strutture per oltre 1.200.000 metri cubi di cemento avrebbe comportato sul territorio oltre alla necessità, mai sentita fino al 2016 dal centrodestra marinese di Palozzi e Cecchi, di tutelare un’area di rilevante valore storico, paesaggistico e culturale, senza mancare di sottolineare la inadeguatezza delle infrastrutture e delle risorse su questo spazio.
Per concludere questa analisi, possiamo dire che su questo tema della cementificazione hanno vinto una piccola, purtroppo, ma coriacea parte della popolazione legata alla difesa dell’ambiente e una piccola rappresentanza facilmente enumerabile di figure politiche, comunque lungimiranti e attente al futuro del territorio tra Frattocchie e S. Maria delle Mole.
A chi si sfregava le mani per realizzare le opere o non vedeva l’ora di vedere approvati i risarcimenti per i costruttori non resta che … farsene una ragione. Stavolta gli è andata male e per una volta ha vinto un manipolo di persone contro un gigante economico e di interessi, ha vinto il buon senso e il rispetto del territorio contro la nuova speculazione per una ‘Marino 2’ da … ulteriori 15.000 abitanti.
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Grazie alla temeraria unanime decisione degli Eroi per la salvaguardia del Territorio,oggi,nonostante la perdurante deleteria cementificazione prodotta dall’inarrestabile speculazione edilizia, i Cittadini di Santa Maria delle Mole e Frattocchie, possiamo godere dei rilevanti benefici derivanti dall’esistenza di un inestimabile e vitale “polmone verde”.