Ricevuto pubblichiamo: la nota di Ciccarelli sulla celebrazione della Madonna di Giani a Marino

Abbiamo ricevuto in Redazione e pubblichiamo una nota scritta e protocollata anche in Comune da Ivano Ciccarelli sulla celebrazione legata alla Madonna di Giani di cui abbiamo parlato in un recente articolo legato ad una comunicazione del Comune . La nota contiene delle idee personali, dei fatti storici e delle puntuali critiche che l’autore, nel suo ben conosciuto stile a volte ironico a volte laconico, presenta soprattutto all’Aministrazione che gestisce Marino –

di Ivano Ciccarelli –

Celebrazione della madonna di Giani: a me gli occhi please

          Maria Vergine Madre è l’icona femminea più abusata da chiunque nei millenni, s’è alternato o succeduto tra le mascoline autorità del cristianesimo. Sempre adoperata per diffondere pregiudizi antiprogressisti, nera, bianca o meticcia, posta a far di tutto in ogni dove: a schiacciare serpenti, a spargere neve, anche sostenitrici di guerre cristiane, massacri religiosi e chissà quant’altre innumerevoli performance probatorie. A Marino sembrerebbe però, a girare gli occhi.

          Santa Maria Madre di Dio sì ma a condizione dogmatica, la si volle miracolosamente Vergine. Ossia: distinta nel creato da tutte le altre feminas sulle quali, meschine tutte, incombeva la macula fissata da Paolo fatto santo fintantoché, singola integrità e varie chiazze luciferine, restassero blindate in aeternum. Si pensi che Nestorio di Costantinopoli, per aver scritto a papa Celestino I° che la madonna non poteva aver creato il creatore, nel Concilio di Efeso del 431 fu giudicato ereticus e fatto sparire da Cirillo di Alessandria, distintosi per stragi di ebrei e per aver fatto a pezzi la filosofa Ipazia. E proprio in quel di Efeso proclamò l’assioma mariano (theotòkos) della “vergine madre di dio”.

Il concetto di verginità fu poi ribadito nel 553 nel V° Concilio di Costantinopoli dove Maria fu annunciata “sempre vergine”. Il Concilio Lateranense del 649 sanciva infine il dogma. Concetto talmente morboso ai preti che papa Sisto VI° nel 1476 con bolla Cum Praecelsa annunciò al mondo che anche sua madre Anna l’aveva concepito senza unione sessuale. Paolo IV nel 1555 tornò sul tema rivelando l’integrità di Maria “ante partum, in partu, post partum” e ai riformisti titubanti (tipo Nestorio) prospettava il rogo.

Leggenda vuole che Maria Vergine Madre a Marino l’11 luglio 1796 girò gli occhi nella casa del signor Giani. Un fatterello spesso narrato da sedicenti storici locali che però han trattano l’evento quasi come se circoscritto alla sola nostra città. Fenomenologia mariana invece, dilagante in quel fatidico anno. Difatti sembra che a Maria sempre vergine ante, in e post partum, proprio in quei giorni girarono gli occhi in quel di Arezzo, Livorno, Firenze, Ancona, Gubbio, Perugia etc etc.

Il roteare di sante pupille a Roma iniziò l’8 luglio 1796, sembra che il mulinare dell’iride durò per tre settimane intere a tante madonne raffigurate nei crocicchi appesi qua e la nelle vie dell’Urbe. Ma la più gettonata fu la Madonna dell’Annunciata in via delle Botteghe Oscure vicino al Campidoglio dove quel miracoloso movimento orbitante è rimasto inchiodato in una lapide. Verosimilmente possiamo dire che il signor Francesco Giani, recandosi a Roma – come sappiamo – ogni dì per motivi di lavoro, apprese di quelle divine giravolte ottiche e, talmente suggestionato da tante movenze trascendentali, le volle tutte per se nella propria casa di Marino. E sembra che in quella beata dimora, sempre a detta del Giani, la madonna questa però “della Misericordia” fu particolarmente generosa “acciocchè incominciò ad operare prodigi di guarigione anche istantanee”. Estasi celesti e rapide convalescenze straordinariamente domiciliate all’emerito sig. Giani.

Alle madonne forse turbinavano gli occhi per indubbio riflesso di quel che girava assai malamente ai preti, senz’altro angustiati in quei giorni, anni, decenni: nel 1798 iniziava l’epopea giacobina con la proclamazione della Repubblica romana; più tardi col Risorgimento e l’Unità d’Italia, Roma Capitale deponeva il papa-re limitando tanti suoi poteri, possedimenti e privilegi.

Detto ciò: che l’11 luglio 2025 a Marino un novero di cattolici si ritrova per celebrare a modo loro la madonna che girò gli occhi è cosa … sacrosanta? Cioè voglio dire: tutta loro, sono liberi di farlo e così sia. Ognuno commemora pubblicamente ciò che più gli aggrada, non solo nei limiti della decenza, soprattutto in quelli posti dalla Costituzione italiana che, tra i suoi obblighi, garantisce e fa osservare la completa laicità istituzionale. Prescindendo, dunque, dalla stravaganza dei bulbi ruotanti, resterebbe un fatterello di locale aridità bigotta, tuttavia innocua per improduttività. Conserva invece l’obbrobrio procedurale intonso nel comunicare tale finalità, promulgato da una Amministrazione squisitamente pubblica, complessa, poliedrica, con tanto di comunicato sacrale emesso dall’Ufficio stampa comunale. Come dire: stemo ecco e facemo chello che ce pare … ma non funziona così.

Viviamo in un mondo difficile … dal futuro incerto … (mannaggia)

Ivano Ciccarelli, Marino 10.07.2025

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