
Pur nella triste situazione legata alla morte di Papa Francesco è giusto fare memoria e festeggiare, compostamente come è sempre stato, l’80esima ricorrenza della Liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo.
Ricordare questo evento del 1945 significa soffermarsi sull’importanza della libertà e sulla ferma condanna delle dittature conosciute direttamente dall’Europa dello scorso secolo. Dittature che, sempre in agguato, rappresentano ancor oggi una possibile degenerazione del nostro sistema democratico in oggettiva crisi.
Quando l’attenzione ai diritti e alla libertà si riduce impropriamente nella società, quando diminuisce la partecipazione dei cittadini e l’attenzione alla vita democrazia, quando precipita in basso la conoscenza e la cultura, quando la politica si allontana dai bisogni reali dei cittadini, allora, insegna la storia, cresce l’arroganza e la prepotenza di alcuni che cercano di assumere il potere sfruttando le paure delle persone, crescono i nazionalismi, le divisioni, cresce l’io prima degli altri, e allora il popolo, non più in grado di apprezzare la libertà e la partecipazione, cerca una figura forte che affronti i problemi e li risolva per lui.
Che questa festa del 25 aprile ci ricordi e la bellezza della Liberazione e della libertà, la mostruosità dei fascismi e degli assolutismi e ci risvegli dal torpore che sembra pervadere molta parte della popolazione, ormai lontana dalla cittadinanza attiva, popolazione attenta solo al suo infinitesimo orticello personale.
Viva la Libertà! Viva la resistenza! Viva i partigiani!
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