Dimissioni della Polverini: eroina del risparmio, o sagace opportunista che cerca di sfilarsi dallo sfascio dei partiti?

Recenti indagini giornalistiche (per esempio del Corriere della Sera/Roma del 19 settembre 2012) hanno reso noti una serie di costi impressionanti legati alla Regione Lazio e alla sua Presidente, Renata Polverini che, da inizio legislatura fino a una settimana fa (giorno del primo “mea culpa” pubblico ), sembra davvero non aver badato a spese!
E’ vero, direte, la Polverini ha imposto una settimana fa un taglio delle spese della politica, con una serie di riduzioni della spesa dell’Assemblea regionale del Lazio (circa 20 milioni), e poi di fronte alla situazione che continuava a precipitare si è dimessa.
Ma quanto ci è costata la Polverini e la sua giunta? Come può asserire un presidente di Regione, in modo profondamente contraddittorio, che fino a una settimana fa non sapeva niente degli sprechi e poi, ieri sera, che non “vede l’ora di raccontare quello che ha visto”?

Per capire meglio le cose è il caso di concentrare un attimo l’attenzione sui costi anche della sua ex Giunta regionale. Molte le assunzioni nell’entourage della Governatrice, tra cui spiccano un fotografo personale da 75.000 euro l’anno e una dirigente da oltre 120 mila euro l’anno chiamata a guidare nel 2011 la «Verifica dell’attuazione delle politiche regionali e del programma di governo”. Uomini e donne al suo fianco, che assieme a Salvatore Ronghi, attuale segretario generale della Regione a 189 mila euro l’anno (uno del gruppo degli amici dell’Ugl), al capo di gabinetto Giovanni Zoroddu e all’Assessore al Bilancio Stefano Cetica, formano la squadra di fiducia della Governatrice. Sembra che la Polverini abbia filtrato attraverso la sua squadra tutte le sue azioni, in particolare con Cetica, stratega di «Città Nuove», la fondazione della Presidente che chiaramente punta a diventare a breve un partito e che coinvolge anche il nostro sindaco di Marino, Adriano Palozzi, anche lui sembrerebbe, in frenetica ricerca di una nuova casacca da indossare per il salto di qualità (Regione o Parlamento?). Va anche ricordato che nell’esecutivo regionale i 14 assessori sono stati tutti esterni, e che, tutti grazie anche alla Polverini, si sono assicurati un bel vitalizio: costeranno ai contribuenti circa un milione di euro lordi l’anno per circa un trentennio, tremila euro al mese, davvero un bell’affare abbiamo fatto!

Certo, si capisce bene che tutto nasce dalla mancata presentazione della lista PdL alle elezioni 2010: chi doveva entrare in Consiglio regionale sembrerebbe essere stato «risarcito» prima entrando in Giunta e poi con un bel vitalizio, o come nel caso di Palozzi, un bell’incarico al Cotral da “Presidente” non certo ottenuto per le sue lauree in management e ingegneria dei trasporti.

Ancora qualche numero (Corriere della Sera): tutta la Giunta è costata 5 milioni l’anno. E che dire dei circa 270 contratti stipulati, tra consulenti e collaboratori a tempo determinato: dirigenti, portaborse, segretarie, addetti stampa. Ogni assessore ha avuto diritto ad uno staff di una decina di persone. Una bella botta di clientelismo. Per non parlare delle società regionali che si sono allargate a dismisura: solo a «Lazio Service», nel 2010 (a cavallo tra le giunte di centrosinistra e centrodestra) sono entrati 200 dipendenti in più, toccando quasi quota 1.300. Non c’è che dire! Le dimissioni della Polverini restano certamente una prova di dignità, ma possono anche essere dettate da una grande senso di opportunismo. Resta il fatto che non sarà certo facile per lei dimostrare che non c’entra niente con lo sfascio regionale del centro destra degli ultimi due anni e che, soprattutto, su di lei si può rifondare il la politica della destra.

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