Ancora Cacciatore (M5S) sulla TASI a Marino

La decima imposta dal Governo Renzi ai Comuni in onore del fiscal compact, smaschera il centro destra marinese e rivela le reali condizioni del Comune

Il Consiglio comunale di Marino, nella sua ultima adunanza – 8 Settembre scorso, ha adottato le Delibere di approvazione del Regolamento Tasi e delle relative aliquote. Il Consigliere Marco Cacciatore, portavoce del M5S, intende esporre di seguito il resoconto della seduta e le motivazioni del proprio comportamento in aula. Si risponderà “con superficialità” – quella che è noto appartenere a chi scrive – ai ragazzi del Prc, cui il sottoscritto dichiara di essere affine e di non rinnegare di averci condiviso un percorso e di continuare a condividere le loro stesse posizioni su molte questioni, compresa l’analisi del Capitalismo e le sue reincarnazioni monetariste. Tuttavia, il sottoscritto si sente di adottare un linguaggio diverso, senza scadere né in collusioni né tantomeno in banalizzazioni: o quantomeno sforzandosi in proposito, a dispetto di quanto evidentemente fanno altri. L’ideologia è un fenomeno umano, intimo e naturale, che però non è detto debba ispirare le regole dello stare insieme: specie laddove, come in Italia, le fedi ideologiche o religioso e le appartenenze in genere conoscono una conclamata – e bellissima – complessità. Si potrebbero approfondire tante questioni: sulla portata ideologica delle diverse varianti del marxismo che hanno attraversato la Storia socialista d’Italia; sul fatto che un incarnazione di Comunismo c’è stata a livello politico e sociale anche in Italia; sul fatto che essa ha accettato i crismi dello Stato democratico sociale che ispirano la Repubblica democratica in cui viviamo; che lo sforzo costituzionale fatto dalle forze politiche, soprattutto quelle di sinistra, è stato grandioso: permettendo oggi di annoverare la Storia del Comunismo italiano, e insieme del Movimento operaio più grande d’Europa, tra gli esempi di applicazione del marxismo alla Democrazia rappresentativa: tra l’altro molto scomoda all’URSS. La Repubblica italiana, certo, ha subito processi degenerativi, parallelamente alle forze politiche che invece avevano dato vita a quello straordinario momento di aggregazione civile e politica, che è stata la Resistenza prima e la fase costituente poi. Per favore, ragazzi del Prc, velo chiedo con i Proff. Rodotà e Diliberto alla mano: “giù le mani dalla Costituente”. Anche nel male delle “Giunte rosse”, esistevano ancora i mezzi istituzionali per fronte alle carestie economiche: per quanto la distribuzione della ricchezza sia stata del tutto sproporzionata già dalla notte dei tempi. Non capisco il perché di tanta isteria da parte del Prc, davvero sproporzionata all’offesa. Ricordando loro che essere Comunisti, da quanto mi ricordi ogni giorno, non deve per forza significare essere antipatici
Con questo mi taccio, garantisco che non replicherò ulteriormente sulla questione e confesso di aver gettato un po’ l’amo, per registrare le reazioni. Il mezzo stampa locale, si sa, è destinato ad una proporzione minima di utenti: quasi sempre gli “addetti ai lavori” della politica marinese. Le decisioni si prendono altrove: ed è in quella sede che servirebbe fare seria Opposizione, senza urlare allo scandalo quando non serve: per spendere invece di più laddove più utile. Si vuole qui di seguito dare ampia spiegazione delle ragioni che hanno indotto il sottoscritto ad astenersi sulla Tasi in Consiglio, condividendo la posizione di M5S Città di Marino: cercando di considerare non la bandiera ma gli aspetti analitici della questione e la sua reale portata, anche chiarendo l’approccio personale ad essi e la personale prospettiva di chi scrive. Si dichiara pacificamente che le presenti dichiarazioni costituiscono atto di liberalità del Consigliere Marco Cacciatore, che si sente di voler rendicontare la propria attività in Consiglio ai lettori Cittadini. Si vuole quindi, nel merito, approfondire che: uno Stato che voglia esserci, ispirandosi a concezioni socialiste – certo in parte riviste ed aggiornate – dovrà recepire un minimo di keynesismo e riuscire a spendere una voce di tutela dei Diritti durante il crollo del Capitalismo. Anche chi scrive condivide che il Capitalismo abbia accorciato sensibilmente la vita del Pianeta Terra, ma una classe politica ed i Rappresentanti di una Repubblica democratica devono agire mentre il Capitalismo crolla e con urgenza: quando non ci sarà più avremo molto tempo per parlare – forse. Così, le Tasse patrimoniali al 2,5 per mille sulla prima casa non incontrerebbero il dissenso di nessun Comunista, se solo si potessero spendere a vantaggio dei Cittadini. Durante il crollo del Capitalismo, a Marino, la Tasi testimonia gli sprechi – anche qui siamo tutti d’accordo – degli anni passati, ma è necessaria per tenere in piedi le Istituzioni, la possibilità in futuro di poter sostenere spesa sociale ed investimenti pubblici, la capacità per lo Stato di tenere di fronte alla crisi di delegittimazione indotta dalla Recessione economica, così da poter continuare – anzi riprendere – a tutelare e garantire Diritti ed Interessi pubblici.
A premessa di tutto bisogna porre l’attuale contesto di smontamento dello Stato, delle Istituzioni e, sotto i colpi di spending rewiev, fiscal compact e pareggio di bilancio, delle prerogative che un tempo erano proprie dei soggetti pubblici: sarebbe a dire la garanzia, la tutela e la responsabilità in difesa della Libertà, dei Diritti e degli Interessi pubblici dei Cittadini. Se esiste lo Stato, anche fosse lo Stato patrimoniale del Medio Evo, devono esistere delle soglie di dignità che esso tutela a vantaggio dei cittadini. La classe politica di questo Stato, nazionale e locale, è partecipe o impotente di fronte a questo smontamento, che mostra i propri effetti soprattutto in merito alle questioni di bilancio. Dietro la svendita del demanio o degli assett industriali “di Stato”, ma ancor di più dietro alla “privatizzazione dei servizi” o alle speculazioni o al consumo di suolo, c’è l’intento di svuotamento delle risorse pubbliche a vantaggio dei Poteri forti; c’è la finanza che tutto risparmia e che destina quello che era Diritto di tutti – per quanto soggetto a restrizioni esclusive e logiche di privilegio – al vantaggio di pochi e soliti noti. La classe politica dei Partiti, che fino ad oggi ha rappresentato la Cittadinanza, è correa di questo stato di cose oppure non riesce ad opporvisi: cadendo comunque nelle trame degli speculatori che oggi incassano direttamente dalle tasse – o dai debiti di Società partecipate al 100% pubbliche, per il tramite delle banche – quanto ieri incassavano frodando la legge con appalti, concessioni e altre corresponsioni pubbliche, per nulla dovute e sempre a danno dei Cittadini. In tal caso, come succedeva fino a Tangentopoli e come accade ancora in merito all’Expo milanese o al Mose di Venezia, esponendosi almeno ad azioni di tutela giudiziaria che sarebbe meglio rimanessero in capo ai Giudici e non alla politica: se si crede nelle Istituzioni dello Stato di diritto democratico-sociale, i cui principi sono espressi nella Costituzione della Repubblica democratica italiana.
Questo stato di cose , si diceva poco sopra, ha forse il suo riscontro locale più visibile in termini di bilancio. Se le Istituzioni crollano sulla Cittadinanza, lo Stato crolla sui Comuni: lasciando in capo a loro la responsabilità del prelievo fiscale e dei disservizi. Certo è che, ad oggi, un Comune che negli anni passati avesse ben amministrato: intervenendo in favore dell’Interesse pubblico senza sprechi, volgendo in utile comune quelle che sono le spese dell’Amministrazione locale, oggi sarebbe forse in grado di sostenere lo sforzo che gli richiede il Governo Renzi: giovane, “bello” e di sinistra. Già, perché il Governo Renzi sta proseguendo il compito di tutti i Governi che si sono susseguiti nella “seconda Repubblica” italiana: quello di arretramento delle posizioni dello Stato sociale, a tutto vantaggio del padronato economico – ieri industriale, quindi in grado di creare lavoro oltre ad egemonia culturale, oggi finanziario e degenere, quindi in grado di trarre profitto senza lasciare il minimo risultato in termini di utilità sociale, come invece imporrebbe l’art. 41 cost. Il Governo Renzi ha fatto tornare i Comuni alla gestione “di cassa” del Bilancio. Ciò significa che i Comuni spendono quello che hanno in cassa, vedendo quindi diminuita sensibilmente la loro capacità di intervento in sostegno degli Interessi pubblici e, di conseguenza, snaturata la loro funzione istituzionale. Il Comune di Marino non è un Comune sano. Lo dimostra oggi l’azione del Governo Renzi, che sta operando una cruda selezione tra i Comuni, lasciando recedere quelli meno “virtuosi” e condannandone i Cittadini, che costituzionalmente, in quanto Popolo Sovrano, non sono responsabili dell’indirizzo politico dei Governi e delle Amministrazioni, a veder ridotti i livelli di dignità garantiti all’Individuo dalle Istituzioni.
Il Comune di Marino versa in una condizione di precarietà che lo costringe al prelievo: perché in questi ultimi anni ha speso follemente con la sua Partecipata (Multiservizi dei Castelli di Marino S.p.a.), garantendo i dividendi azionari delle banche e gli investimenti dei Poteri forti; perché ha destinato i territori al consumo di suolo e alle speculazioni; perché oggi non interviene seriamente a garantire i Diritti e gli Interessi pubblici, schiavo com’è dei suoi rientri e delle aspettative legittime che ha garantito. La Tasi lo dimostra, ormai definitivamente. Per continuare ad esistere, sotto i colpi del Bilancio “di cassa” reintrodotto, molti Comuni italiani in queste condizioni sono stati costretti ad alzare al 2,5 per mille la aliquote sulla prima casa, come stabilito dalla Legge finanziaria 2014 (L. 147/2013).
Oltre a questo però, sulle aliquote deliberate dal Consiglio comunale di Marino, si legge anche un 2,5 per mille – come sulla prima casa il massimo consentito dalla legge – a scapito delle unità residenziali adibite alla vendita e non locate: il così detto “invenduto” dei costruttori, quello che leggi e finanziarie di anni precedenti avevano esentato dall’Imu. Inoltre, si deve considerare che il 2,5 per mille è un tetto massimo che vale per il solo esercizio in corso: dovendo quindi tornare per il 2015 ad una soglia massima del 1,06 per mille complessiva tra Imu, Tasi e Tari – che compongono la famosa Iuc. Il sottoscritto ha espresso la propria posizione, che non è ideologica ma orientata al fatto, di favore rispetto alle tasse patrimoniali, come la Imu, la Tasi e la futura Tari: perché in Italia il 10% delle persone gestisce il 50% delle risorse da sempre, quindi c’è bisogno di redistribuzione prima ancora che di creazione della ricchezza, da reperire puntando sui grandi patrimoni e non sui redditi dichiarati; perché per abbattere gli sprechi della spesa pubblica non possiamo abbattere la spesa pubblica e l’esistenza stessa delle Istituzioni. Sarebbe come combattere la malattia uccidendo il malato. E la Tasi al 2,5 per mille garantisce, a Marino, l’esistenza stessa del Comune come Istituzione, o quantomeno impedisce che la gravità della situazione economica delle casse comunali degeneri. La posizione di astensione ha senso proprio in qualità di rappresentante dell’Opposizione, che non approva e non potrebbe approvare l’operato della Giunta, soprattutto perché essa è in continuità, almeno nel colore politico, con quelle degli anni passati: responsabili degli sprechi e della mala-amministrazione. Tuttavia, al terzo Consiglio comunale di una Giunta, è forse più credibile che un Rappresentante aspetti che si producano gli effetti matematicamente nefasti delle “Linee Programmatiche”, anche laddove fossero dichiarate magniloquenti in sede di “Presentazione” dal Sindaco Silvagni. Per il momento, la Tasi è una Tassa patrimoniale, minima per il Cittadino medio italiano, che garantisce la sussistenza delle Istituzioni comunali: anche di quelle peggio amministrate come Marino, perché di esse c’è comunque bisogno per affrontare le prospettive critiche che ci ritroviamo. I Comuni di tutta Italia sono costretti a questo dal Governo Renzi: in proporzione alla loro mala-amministrazione, ma anche in ragione della latitanza dello Stato centrale nei confronti dei Comuni e delle Comunità locali. Rimane forse questo il più riscontrabile effetto del Federalismo fiscale e, prima ancora, del Regionalismo.
La manovra Tasi, così come approvata dal Consiglio comunale di Marino, non poteva essere approvata altrimenti: per chiunque volesse salvare il Comune di Marino stesso. Era un atto dovuto: a disposizioni di legge scellerate ma anche a condizioni finanziarie del tutto preoccupanti, di fronte alle quali la Giunta Silvagni non potrà non ammettere le Responsabilità delle precedenti Giunte. Non è una tassa che impoverirà i Cittadini, che piuttosto vengono impoveriti dal crollo del Capitalismo italiano e dal dilagare dei Poteri forti sulla stessa tutela dei Diritti che sarebbe dovuta dalle Istituzioni: fenomeno che ha interessato pienamente il nostro territorio, soprattutto negli ultimi 10 anni. È una delle poche tasse patrimoniali e quindi certe, praticamente impossibili da eludere. Al di là della questione Tasi il l sottoscritto, in qualità di Consigliere-Portavoce di M5S, si presterà all’Alleanza cittadina con ogni forza politica ed ogni soggetto sociale: in funzione di argine alle speculazioni e di difesa dai Poteri forti che le realizzano. Urlare allo scandalo per le aliquote approvate, paleserebbe tutta la poca responsabilità politica di chi si oppone per definizione, avvicinandosi più alla rielezione che alla soluzione dei problemi. Un Opposizione che si voglia dire tale, non solo controlla ma propone. La Giunta Silvagni, nonostante il modello di Sviluppo presentato dal Sindaco, si dice disponibile ad aprirsi al dialogo con le Opposizioni. La crisi dilaga, le prospettive sono pessime. C’è da correre ai ripari, a garantire la continuità delle garanzie e delle tutele ai Cittadini del nostro territorio: oggi messa a repentaglio dall’intervento sul nostro territorio di speculazioni asfissianti, che svelano quantomeno l’incapacità degli Amministratori marinesi del recente passato. Finché questo atteggiamento non verrà compromesso nei fatti il sottoscritto, per approccio personale ma anche per contenuto giuridico del ruolo che ricopre, continuerà a rendersi disponibile alla miglior tutela possibile dei Cittadini. Non una speculazione verrà concessa alla Giunta Silvagni, che piuttosto deve garantire alla Cittadinanza marinese, ma soprattutto alla sua minoranza di 20-30enni, la stabilità delle Istituzioni in termini di presenza nella tutela dei loro Diritti: sempre più esposti di fronte alla recessione economica più lunga che la Storia contemporanea ricordi ed al conseguente crollo della Stato che è in atto.
Fraterni Saluti,

Marco Cacciatore

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