Cemento: assalto al territorio marinese, l’Amministrazione è complice e non sa come giustificarsi

Nel corso della seduta consiliare a Marino di venerdì 27 febbraio, l’amministrazione comunale era chiamata a rispondere ad un’interrogazione presentata dal consigliere Tammaro e richiesta dai movimenti di lotta contro la cementificazione.
Doveva emergere pubblicamente e ufficialmente l’unico vero scopo per il quale è prevista una colata di cemento che raddoppierà il centro abitato di S.Maria delle Mole: un vero e proprio scempio del territorio, regalato a costruttori locali e a Parnasi, in cambio di qualche briciola che non servirà a nulla.

E questo è emerso chiaramente.

In merito all’interrogazione, sintetizziamo le risposte che danno il quadro alla situazione

  1. i privati che vogliono costruire un milione ed oltre di metri cubi di cemento, non costruiranno alcuna opera pubblica;
  2. le opere pubbliche decantate dall’ammnistrazione comunale nel 2011 all’interno del masterplan erano disegnini semplificativi (auditorium, centro anziani, stazione dei treni, ecc…);
  3. non sono stati redatti progetti di opere pubbliche, anche se la cementificazione veniva sbandierata dall’ex sindaco Palozzi come “uno sviluppo del territorio”;
  4. non sono stati resi noti i cronoprogrammi del pubblico e dei privati relativi ai lavori;
  5. sono state rilasciate alcune concessioni ad una società che ha già creato grossi danni in zona Mugilla a S.Maria delle Mole, vicino il parco dell’Appia Antica;
  6. sono stati incassati finora 50.000 euro sui 18 milioni previsti per le opere pubbliche che esistono solamente nella fantasia di qualche millantatore professionista.

Questa situazione, ampiamente prevedibile e prevista, smaschera ancora una volta quale sia l’unico fine per il quale gli accordi di programma, le delibere comunali del 2011 e quelle regionali successive concorrono: la messa a profitto del territorio in cui viviamo e la sua distruzione irreversibile per un progetto inutile e speculativo.

Non finisce qui, perché faremo di tutto per bloccare chi vorrebbe altri 12.500 nuovi residenti a fronte di una drastica riduzione dei servizi e delle risorse pro-capite (sanità, mobilità, istruzione, acqua…) distruggendo circa 200 ettari di Agro Romano sul quale oltre l’aspetto naturalistico è forte l’interesse storico-archeologico.

Ancora una volta evidenziamo la coerente complicità del PD marinese, in affari della giunta di centro-destra. Poco prima dell’interrogazione il consigliere Ciamberlano ha tentato di far rinviare la discussione ad una successiva convocazione del consiglio comunale, fregandosene di tutte quelle persone che erano presenti tra il pubblico e che erano venute lì appositamente ad ascoltare le risposte dell’amministrazione.

Stavolta il giochetto non gli è riuscito come invece lo scorso 27 novembre, quando fu tra gli artefici del “posticipo notturno” riguardante la mozione finita di discutere all’una di notte. Non sono mancate neanche le provocazioni dell’assessore Bartolozzi verso i cittadini presenti in sala, respinte in maniera esplicita.

Al netto di questo ignobile teatrino, rimangono i dati di fatto.

Se l’amministrazione a guida Silvagni volesse revocare le delibere di quella che l’ha preceduta potrebbe farlo e darebbe seguito a quanto affermato durante la seduta del 27 novembre, nella quale si evidenziò (solo a parole) la sua stessa contrarietà alla cementificazione. Invece, preferisce concretamente dare il via libera ai palazzinari, continuando a far lavorare gli uffici tecnici preposti.

Invitiamo la popolazione a partecipare alle prossime mobilitazioni che si stanno programmando, con una probabile iniziativa alla Regione Lazio, anch’essa politicamente artefice delle “solide realtà” degli speculatori del nostro territorio.

Comunicato a cura dell’Asemblea Contro la Cementificazione

 

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