2015: l’anno nero di Adriano Palozzi

C’è poco da dire: questo è stato davvero un anno ‘nero’ per Adriano Palozzi, forse il più ‘nero’ da quando ha abbracciato la sua attività politica a Marino. Certo, il ‘nero’ non si riferisce al colore politico delle sue idee, ma al colore che sembrerebbe caratterizzare il suo umore nel senso di nervosismo e instabilità emozionale, ben evidente in alcune sue dichiarazioni, specie sul cemento che ha caratterizzato l’ultimo decennio della vita politica a Marino.

Tutto questo ‘fremere’ è legato evidentemente ad una serie di fatti verificatesi negli ultimi mesi di questo anno tragico a Marino per tutto il Centro destra: cerchiamo, dove possibile, di elencarli.

Il primo, il più clamoroso dal punto di vista mediatico, è certamente legato all’arresto, la confessione e la condanna con patteggiato a 2 anni e sei mesi per corruzione e peculato, dell’ex Sindaco di Marino Fabio Silvagni. Come tutti a Marino sanno, Silvagni è stato, prima di essere sindaco per un anno, il fedele e prezioso braccio destro di Palozzi dal 2006 al 2013. Su di lui Palozzi ha sempre potuto contare e non è un caso che abbia dichiarato pubblicamente all’atto della sua candidatura: “Fabio Silvagni è l’unica persona che mi sento sinceramente di considerare come mio naturale successore: le sue grandi e indiscusse doti politiche, ma anche e soprattutto l’amore e l’interesse spassionato che da sempre ha saputo dimostrare per la città lo rendono il candidato ideale dell’Area dei moderati”.

Il secondo, altrettanto roboante come fatto, è la caduta del centrodestra a Marino in conseguenza alle dimissioni di Silvagni. Questa caduta sembra aver apportato molte modifiche all’equilibrio, ora piuttosto precario, del gruppo che Palozzi ha sempre guidato. La prima figura, affatto secondaria, a criticare apertamente il percorso del centrodestra marinese è stata l’ex assessore Arianna Esposito che ha riconosciuto come il centrodestra abbia dimostrato nei trascorsi mesi “di essere inadeguato a continuare a governare”: sembra proprio che questa dichiarazione non sia andata giù al consigliere regionale, così come ad altri noti esponenti del panorama della destra di Marino. Ma l’Esposito non è la sola ad aver mosso delle critiche: gli stessi gruppi politici legati a Silvagni, ma anche quelli legati a Gianfranco Bartoloni e anche il gruppo che fa riferimento a Massimo Prinzi, sembrano guardare oggi di traverso il povero Palozzi, tanto da non partecipare, come ha evidenziato in un articolo Daniele Priori, alla convocazione degli stati generali della destra voluta dal consigliere regionale dopo il tracollo dell’amministrazione.

Il terzo fatto, anche questo non trascurabile affatto, è l’indagine giudiziaria in corso su di lui per la mala gestione in Cotral (la Polverini nel 2011 fece in modo di nominare Palozzi, che era ancora Sindaco di Marino, come Presidente CdA di Cotral SpA): per Palozzi questa indagine potrebbe risultare una buccia di banana davvero spiacevole, un bel problema per il suo ambizioso percorso politico verso l’alto.

Infine, ma non da trascurare anche queste, possiamo elencare altre numerose cause di nervosismo:

la questione specifica del cemento al Divino Amore/Mugilla, in cui Palozzi non riesce a mandare giù i tanti ricorsi al TAR fatti dai cittadini che mettono ancora in discussione la sua manovra, così come non digerisce il ricorso al TAR targato Città Metropolitana dello scorso maggio 2015 che sintetizza tutte le illegalità che ci sarebbero dietro a questa operazione;

  • le indagini ancora in corso da parte della Procura di Velletri sul malaffare e la corruzione degli ultimi anni nel comune di Marino;
  • l’indagine ANAC in corso sempre a Marino, con richiesta di dati ben dettagliati al fine di giustificare gli appalti assegnati dal 2006 al 2015, quindi nel pieno dei sette anni in cui è stato sindaco Palozzi;
  • la riduzione di potere di molti dirigenti e responsabili comunali associati dall’immaginario collettivo al ‘sistema Palozzi’, oggi sotto la lente di controllo del Commissario Prefettizio che ruota e sostituisce perni fondamentali della burocrazia di Palazzo Colonna:
  • e per finire, lo sfaldamento di Forza Italia a livello nazionale, con una crisi irreversibile che ha portato il referente politico di Palozzi, l’on. Renata Polverini, a dichiarare di essere pronta a fare il salto verso Verdini, e quindi, verso il governo Renzi, con un ‘passo doppio’ non poco rocambolesco e disorientante.

Con il 2015 si chiude quindi un vero anno “nero” per il signorotto della politica di Marino. Chissà cosa riserverà, a lui e ai suoi amici fidati che gli rimangono intorno, il 2016 …

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*