Le Donne per il Cambiamento e la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne

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Con una nota l’associazione Donne per il Cambiamento commentano la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

25 novembre: giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”. Una data scelta dall’Onu in ricordo dell’assassinio avvenuto nel 1960 nella Repubblica Domenicana ai tempi del dittatore Trujillo, delle tre sorelle Mirabal. Furono torturate, massacrate e strangolate in quanto ritenute rivoluzionarie.

Dal 2000 al 2019 le vittime in Italia di femminicidio, secondo il rapporto Eures, sono state 3.230, circa una ogni tre giorni.

Il femminicidio è, secondo l’antropologa Marcela Lagarde che negli anni 90 ha coniato questo termine, “la forma estrema di violenza di genere contro le donne, prodotta dalla violazione dei diritti umani in ambito pubblico e privato, attraverso varie condotte misogine…. “

E quest’anno? La violenza non si è fermata! Durante la pandemia le chiamate delle donne ai centri antiviolenza sono cresciute in maniera esponenziale. Dal 2 marzo al 5 aprile 2020 2.867 donne si sono rivolte ai 111 centri antiviolenza che fanno capo alla rete D.i.Re con un aumento del 75 per cento rispetto allo stesso periodo del 2018 (l’ultimo registrato) E lo scorso aprile lo stesso segretario dell’Onu, Antonio Gutierrez, denunciò “una crescita spaventosa dei casi nel mondo” aggiungendo che

le misure per prevenire la diffusione del contagio, per molte donne significavano trovarsi intrappolate in casa con partner abusanti”.

Che fare? I centri e gli sportelli antiviolenza sono ancora troppo pochi. Secondo la convenzione di Istanbul dovrebbe essercene uno ogni 10000 abitanti, oggi ne abbiamo invece uno ogni 215000 abitanti.

Secondo l’ultimo rapporto Istat sui centri antiviolenza oltre il 55 per cento delle operatrici lavora su base volontaria e solo il 39 per cento delle associazioni può contare unicamente su soldi pubblici. I centri e gli sportelli non sono sostenuti abbastanza a partire dai finanziamenti. Tutto si regge sull’impegno delle cittadine.

Che fare? La violenza si basa sulla disuguaglianza di genere e per questo non possiamo continuare ad accettare una cultura che strutturalmente non riconosce alle donne la parità perché in essa si trovano le radici delle discriminazioni e della violenza maschile sulle donne in tutte le sue forme: verbale, psicologica, fisica, economica, emotiva e religiosa.

Le volontarie dell’associazione Donne per il cambiamento dichiarano di continuare a impegnarsi nella sensibilizzazione su queste problematiche, e di accogliere favorevolmente la notizia che parte dei finanziamenti europei saranno destinati per realizzare cambiamenti strutturali per le donne.

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