Roma da ‘Caput Mundi’ a ‘Cauda Mundi’: nuova riflessione sull’Inceneritore di un Comitato di Quartiere

Nuova riflessione del Comitato di Quartiere Villa Ferrajoli di Albano che partecipa alla Rete Tutela Roma Sud e Castelli Romani.

La costruzione dell’inceneritore a Santa Palomba, estremo lembo di territorio industriale di Roma, insinuato tra i confini di Albano, Ardea e Pomezia, retrocede la Città eterna  alla  poco  lusinghiera  definizione di Cauda Mundi in contrasto con la più  lusinghiera e secolare Caput Mundi.

Procedendo controcorrente, infatti, i suoi amministratori hanno deciso, per fermare la decennale emergenza rifiuti, di dotarla, di una impiantistica superata  dai tempi, inquinante e, anche per questo, nn più attenzionata dell’Unione Europea che, infatti, ha relegato tali strutture all’ultima posizione delle attività finanziabili con fondi comunitari.

La realizzazione dell’impianto, visto come la panacea di tutti i mali ambientali della Capitale, è stata surrettiziamente inserita nel decreto Aiuti (GU Serie Generale n.302 del 28-12-2022)con il quale si conferivano al Sindaco della città metropolitana di Roma poteri speciali ‘al fine  di  assicurare  gli  interventi funzionali alle celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025′

Il paradosso è che l’impianto, se l’iter procedurale non subirà intoppi, non sarà operativo prima di molti anni. Anche solo cercando su Google: ‘Quanto tempo occorre per costruire un inceneritore?’ si può trovare che per costruire un inceneritore occorrono dai 5 ai 7 anni. Per rientrare dall’investimento occorrono almeno altri 20 anni.

Per “interventi funzionali”, presumibilmente, si intende anche la pulizia della Città che, però, compete alla municipalizzata AMA che, ancora ad oggi, appare in grande difficoltà nello svolgimento del servizio; è quindi lecito supporre che la scelta perseguita dal decreto Aiuti potrebbe nn essere funzionale alla decorosa riuscita dell’evento giubilare.

Occorre quindi chiedersi a chi può essere funzionale la realizzazione di un impianto di incenerimento di “valori” superato dal tempo e da nuove tecnologie e che non sarà realizzato con denaro pubblico.

Occorre infine chiedersi – in ambito Giubileo – se o come,  l’incenerimento di prodotti recuperabili/riutilizzabili, o l‘inquinamento che ne derivi, possa sposarsi con le encicliche pontificie tra cui quella sulla cura della casa comune LAUDATO SI“.

 

 

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