Il 5 maggio Giuseppe Minaya presenta il suo primo libro ‘Pro Pueris’

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Il 5 maggio 2018 alle ore  17.00 presso le suore Francescane del Cuore di Gesù in via E. De Amicis 18 a Santa Maria delle Mole, Giuseppe Minaya presenta il suo primo libro: “Pro Pueris”.

Il maestro Giuseppe Minnaia (cognome originale spagnolo Minaya), nato a Pisticci in provincia di Matera nel 1936, vive e risiede a Marino ed è conosciutissimo sul territorio per aver dedicato la sua vita fra l’interesse per la pittura e la professione di insegnante elementare. Dopo aver prodotto alcuni testi per la scuola, andato in pensione, ha voluto scrivere un “vero” libro nel quale ha condensato tutte le sue esperienze, non solo in senso strettamente autobiografico, ma come resoconto del suo rapporto con i ragazzi e con la scuola visto nel contesto storico degli ultimi sessant’anni della vita italiana.

Il libro parla di un “viaggio” effettuato nel tempo e negli avvenimenti, dall’epoca fascista ai nostri giorni, da un bambino di un paese della Basilicata alle prese con i casi della propria vita e con le esperienze scolastiche che sono il tema principale dello scritto. Il bambino, diventato adulto, approda a Roma dove, nel voler dare un assetto definitivo alla sua esistenza, è combattuto fra le idee romantiche di una vita da artista, nel campo della pittura, e la necessità di trovare un qualsiasi lavoro sicuro che gli permetta di vivere. Non scarta però completamente l’idea dell’arte della quale prende a frequentarne l’ambiente, cercando di rendere più sicura la sua formazione di base con la frequenza di alcuni corsi serali.

Nel contempo affronta diversi concorsi e, vinto quello magistrale, lascia il precedente lavoro provvisorio e si catapulta nel mondo della scuola elementare dove, nel ruolo di insegnante, si trova dall’altra parte della cattedra, in una prima classe, di fronte ad una turba di scatenati bambini di borgata. L’impatto è decisamente traumatico ma lo supera con i ricordi dell’alunno che era stato e con la scoperta che i bambini sono altamente fantasiosi e creativi e perciò ha la possibilità non solo di insegnare in modo classico e curriculare. Può quindi dedicarsi alla “doctrina” che permette di trasmettere i saperi che ci sono stati tramandati ma può anche sfruttare la sua vena e la sua capacità artistica per dare vita ad un lavoro che tenga conto della seconda anima dell’insegnamento e cioè “l’invenctio”, la capacità di immaginare,cercare e realizzare che lo rendono più valido e stimolante.

Nella seconda parte del libro racconta così le sue esperienze di insegnante unico impegnato nelle sperimentazioni più varie ed interessanti e mette l’accento sui numerosi e diversi problemi della scuola elementare e non solo, seguendone l’iter degli ultimi decenni fino ai nostri giorni e prospettando un tipo di insegnamento completo ed aperto, più umano ed utile nell’epoca attuale.

L’opera non è autobiografica e questo aspetto, solo marginale, rappresenta il filo conduttore sul quale si snodano i vari argomenti ed episodi che, rivestono, piuttosto un aspetto sociale e culturale che, inserito negli avvenimenti storici degli ultimi decenni, investe il problema, ancora attualissimo, della formazione giovanile. Questa prendendo il via dopo l’unità d’Italia, non ha ancora trovato una sua chiara ed utile impostazione e, negli ultimi tempi, sembra colpita da un malessere che contrappone i giovani fra di loro e nei confronti dei genitori e dei docenti.

Per queste ragioni, l’autore, pur non potendo vantare una notorietà di scrittore affermato, può, a ragione, puntare su una conoscenza profonda del problema derivante da una pratica didattica ultra trentennale e da uno studio sulle vicende degli ultimi decenni.

Sono questi i motivi che l’hanno a spinto a scrivere il presente libro che, in un momento tanto travagliato per la scuola, ne può chiarire i problemi passati e presenti e indicare, in una chiave psicologica, una possibile via da percorrere per il futuro, senza sprecare le esperienze pregresse ma con il chiaro obiettivo di suggerire modi nuovi e creativi di insegnare. Tutto ciò avvalendosi sia delle nuove tecnologie che utilizzando la sicura base culturale del nostro Paese che non deve essere sprecata né vanificata ma utilizzata come preziosa base di continuità e di ricerca.

L’autore racconta e propone un tipo di scuola che parta dalle esperienze dei giovani e, vivendo un presente dal quale scaturisce e nel quale si integra perfettamente, sia capace di diventare la base di un futuro ricco e realizzabile come ipotesi di una vita serena per le nuove generazioni.

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2 Comments

  1. ho bisogno di contattare il signore Giuseppe minaya,. Potreste aiutarmi sono il nipote di un suo cugino dello stesso nome.

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