La lettera di Ciccarelli alla redazione sui lavori per la rete di telecomunicazione in corso a Marino centro

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Abbiamo ricevuto oggi da Ivano Ciccarelli una lettera con dettagliato, nel suo tradizionale tono ironico-sarcastico, il tema di una attività di ampliamento della rete di telecomunicazione che si sta realizzando in questi giorni a Marino Centro.

Pubblichiamo ‘tal quale’ la missiva ricevuta immaginando che possa essere di interesse per chi nel centro storico della città di Marino assiste ai lavori nei pressi della sua abitazione.

____________ Lettera alla redazione di Ivano Ciccarelli _____________

Storie d’ordinaria follia marinese

Eppure fui avvisato dai miei vicini di casa. Casa dei ‘furono’ miei anziani genitori entrambi divorati dalla pandemia che sappiamo e che si trova nella centralissima via Cavour di Marino-centro, esattamente dove gioco-forza (vincolato più che giocondo direi…) mi ci son ritrovato ad abitare. Queste le amichevoli avvisaglie: “a Ivà guarda che certi operai stanno facendo certi lavori per i quali stendono certi fili che dovranno passare su certe facciate, dicono che sulla nostra quasi certamente per una decina di metri. Te Ivà che ne dici?” …e certo che c’ho qual cosa da dì!?

Dunque non informato io, come i miei concittadini, da un’adeguata comunicazione del Comune e/o dalla Ditta pertinente ai contratti. Raggiunto invece dal tam-tam popolare, di vicinanza, dirimpettaio. Dal chiacchiericcio da pianerottolo, da bar, a passeggio nel parco o in fila da Pasqualotto nella dolce attesa dei saputi lecconi che dispensa…

Ieri t’incontro gli operai a “orologeria” (perché in questi giorni compaiono/scompaiono alla bisogna) e, da persona semplice e alquanto rurale quale sono, rivolgo loro la più semplice e agreste delle domande soltanto perché altro (giuro!!) non potrei: “vabè, io ti do’ dieci metri di muro a te, ma tu a me che me dai?”. Il ragazzotto in abiti civili che non sembrava affatto un cirillico ma essere il capo della squadra di svariati operai al lavoro mi fa: “…NIENTE!! quando arriviamo alla facciata del tuo palazzo se è ‘servito’ passeremo altrimenti si vedrà”. Apperò…

Ora: per molti autorevoli osservatori oggi più che mai il prototipo del coattone inopportuno è incarnato dall’attuale aspirante zar (a me verrebbe da dire “stronzo” ma non godo di tale e tanta licenza poetica, quindi mi tocca adeguare il lessico al più cauto politically-correct che ai più – non al sottoscritto – conviene). Giacché il coattone inopportuno aspirante zar non sta mica lì a chiedere permesso per passare e sforacchiare le proprietà altrui. Giusto?? …e no che non è giusto! Tant’è la comunità planetaria rimane basita e sconcertata.

Tale mancanza di civilissima cautela intercontinentale va, però, coniugata alla quotidianità di tanti altri micro-conflitti territoriali, direi rionali che non poco, pure questi, arrovellano le esistenze. Gli operai suddetti non sono mica vandali ceceni bensì inviati, previo sub-appalto della Telecom, per stendere cavi su cavi dove, poi, previo canone all’imbecillità interconnessa, scorrerebbe il fantasmagorico mondo di internet. Questi lavori consistono nell’istallare qua e la ‘nuove’ cabine da cui partono ‘nuovi’ cavi da stendere sulle pareti delle ‘antiche’ facciate del centro storico marinese sedicente ‘medievale’. Cavi tenuti da grossi ganci d’acciaio seminati ‘a raffica’ nelle mura di case private senza che i legittimi proprietari siano consci d’alcunché …ma come!?

Certo che si: è meglio una sequela di nuovi e grossi ganci d’acciaio conficcati ognuno per dieci centimetri nel muro di casa che – ovviamente – una serie di devastanti cannonate belliche.

Eppure, eppure… il coattone aspirante zar, benchè inopportuno (…) sono 20anni circa che allerta l’Occidente tutto (dott. Orsini docet). Telecom o chi per essa, a Marino-centro passa e sforacchia le proprietà altrui senza avvertire, senza alcun preavviso. Senza colpo ferire? Non proprio: ieri sera tra le martoriate mura sedicenti ‘medievali’ di via Cavour si era tutti basiti e sconcertati nel constatare lo sforacchiamento delle tubature d’acqua di quelle ignare famiglie rimaste a secco e che hanno scoperto, poi, di non esser state colpite da un siluro moscovita ma sconvenientemente arpionate da Telecom.

Viviamo in un mondo difficilissimo: dalla padella pandemica siam passati alle braci militariste; intanto nella supposta pax occidentale i padri uccidono le madri; le madri massacrano le figlie; le baby-gang s’accoltellano; gli adolescenti sparano sulle folle; la povertà sale ovunque imperterrita; l’ignoranza dilaga; l’Itaglia prende 5 pappine 5 dai teutonici; a Marino internet l’appendono coi ganci e così via… mio nonno avrebbe detto: che dio ce la manni bbòna… aggiungendo qual cosa d’altro (di intimo) ma rimaniamo politically-cauti che ci conviene. E chissà mai se tra gli scienziati della politica locale nel loro di intimo, salottiero e ben remunerato, sanno dell’ennesimo nuovo e malcelato sforacchiamento delle mura sedicenti ‘medievali’ di Marino-centro? Le stesse in cui poi sfilano co la fascia tricolore ma pure in veste d’epoca con tanto di molossoidi al guinzaglio (il Sindaco cinofilo sa perfettamente a cosa mi riferisco).

Ivano Ciccarelli, Marino (Roma 15.06.22)

2 Comments

  1. egr sig “Maurizio Canestri” … caru pallottinu peddellà su feisbukke si lasciatu n’commendu propo stranu … d.lgs. 259/03 … l’art. 91 … l’art. 90 eppòò li commi 1 e 2 … me sa tando, pallottì, kette si sbajatu, caru pallottinu amikettu miu sine: te si sbajatu, me sa tandu che te credevi de sta’ su “UN GIORNO IN PRETURA” n’vece noatri semo po ppiù semplici, provemo a dialogà, si capitu pallottì, provemo a di ca’ ccosa pe dialogà; io penzo ke ssi te sforzi po’ ce riesci pure tune, pallottì, avoja…

  2. Comunque è così. Da quel poco che so, la telecomunicazione passerà per il futuro…su cavi Telecom. E siamo pure fortunati che non siano quelli francesi. Da approfondire, comunque…

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